di Maurizio Felettig & C. s.a.s.

Studio Fisiochinesiterapico

La tendinopatia achillea

 

Care amiche e amici, ora tratteremo una patologia frequente che colpisce il tendine più "grande" dell'apparato locomotore, il tendine di Achille.

Il tendine di Achille è sicuramente la struttura più interessata da patologie infiammatorie, traumatiche e/o degenerative. In particolare tra gli sport come la corsa, il salto, la pallacanestro, il volley, altro; coprendo circa il 6 - 12% delle lesioni cui possa incorrere. Come tutti i tendini, anche quello achilleo è una unità molto forte, capace di trasmettere le forze generate dal muscolo alle leve ossee. In particolare il tendine achilleo è in grado di sopportare carichi tra i 2000 e 7000 N, caricando durante la corsa un valore pari almeno otto volte il peso corporeo. Il muscolo gastrocnemio, maggiore supinatore e stabilizzatore del retropiede, è in grado di provocare la flessione plantare e la supinazione del piede, ed insieme al muscolo soleo rappresenta i 4/5 del volume della gamba. Attraversando ben tre articolazioni: ginocchio, caviglia e articolazione sottoastragalica, questa unità funzionale può facilmente sottoporsi a lesioni o ad usura, specie negli sportivi.

 patologie del tendine di Achille

Nella pratica clinica, esiste una classificazione delle lesioni che, in modo evolutivo, possono coinvolgere il tendine di Achille:

  1. la peritendinite, in cui si ha l'infiammazione del paratenone, sottile membrana che avvolge il tendine, che in genere si scatena per uso eccessivo e sovraccarichi funzionali. In questa situazione, nel movimento attivo e passivo del musccolo, si può udire o palpare un crepitio intorno al tendine,
  2. la tendinosi, caratterizzata dalla degenerazione del tendine nel suo spessore, per cui si possono evidenziare, con un esame ecografico, aree di dismogeneità, necrosi e/o rotture della sostanza tendinea, questo quadro può coesistere con la peritendinite,
  3. la rottura parziale o totale del tendine, quadro clinico che vede l'impotenza funzionale dell'arto interessato. In genere l'evento della rottura è improvviso e si manifesta appunto con un dolore così lancinante da costringere il paziente a distendersi a terra.

Diversi sono i fattori che predispongono una tendinopatia achillea:

  1. carichi ripetuti eccedenti le capacità funzionali del tendine,
  2. improvvisi aumenti di lavoro, in intensità, durata e frequenza,
  3. scarpe inadeguate, insufficienti a stabilizzare il piede o con scarso cuscinetto sottocalcaneare (ammortizzatore),
  4. eccessiva pronazione o supinazione del piede,
  5. rigidità tendinea intrinseca al tendine,
  6. limitazione della dorso-flessione della caviglia,
  7. limitazione nella flessione dorsale del piede a ginocchio esteso,
  8. lassità legamentosa della caviglia,
  9. ginocchio valgo,
  10. limitazione del range di eversione dell'anca,
  11. persona in sovrappeso.

I diversi studi, fino ad oggi, sono concordi nel ritenere che un elemento preventivo sull'insorgenza di questa patologia è rappresentata dalla stabilizzazione e controllo del retropiede. Una volta che la sintomatologia si rende manifesta, il presidio terapeutico essenziale è rappresentato dal riposo, che si può associare a terapia fisiochinesiterapica, sulla base del quadro clinico che si presenta. Nel recupero, comunque, una grossa importanza viene oggi data agli esercizi eccentrici, capaci di dare un carico meccanico maggiore rispetto a quello concentrico ed isometrico e quindi di stimolare con maggiore modalità la struttura muscolo-tendinea.

Infatti, il lavoro muscolare eccentrico può:

  1. incrementare la lunghezza dell'entità muscolo-tendinea,
  2. aumentare progressivamente le capacità di carico del muscolo,
  3. aumentare la velocità di contrazione del muscolo.

Il trattamento della tendinopatia, dunque, coincide con gli stati evolutivi con cui la malattia si presenta:

  1. fase infiammatoria (0 - 6 gg), bisogna limitare lo stato infiammatorio, correggendo nel contempo le anomalie biomeccaniche di base e mantenendo la capacità cardiorespiratoria del soggetto. Riposo funzionale, fisiokinesiterapia con: laser, tecar, quaser, magneto, onda d'urto, esercizi di allungamento, utili i rialzi calcaneari costruti a persona,
  2. fase di riparazione (7 - 21 gg), in questo tempo l'infiammazione dovrebbe essere regredita, quindi l'obbiettivo consiste nel prevenire le formazioni di aderenze, l'atrofia muscolare ed il blocco dell'articolazione tibio-talare. L'intervento prevede un esercizio terapeutico gradualmente introdotto, con stretching muscolare e mobilizzazione articolare; utile sarà continuare le terapie fisiokinesiterapiche come nella fase 1,
  3. fase di rimodellamento (21 gg a seguire), è il momento paradossalmente più importante per un atleta, in quanto l'obiettivo principale consiste nel recuperare funzionalmente la totalità dell'arto. Bisogna lavorare, sul tendine, aumentando gradualmente i carichi isometrici, concentrici ed eccentrici. Anche in questa fase, significativa, sarà molto importante continuare le cure fisiokinesiterapiche come nella fase 1 e 2.

Un semplice esercizio eccentrico per il tendine di Achille può essere il seguente:

  1. sollevamento del peso del corpo su appoggio monopodalico metatarsale con ginocchio esteso,
  2. flessione dorsale del piede gravando il peso del corpo su appoggio monopodalico metatarsale con ginocchio esteso,
  3. flessione dorsale del piede gravando il peso del corpo su appoggio monopodalico metatarsale con ginocchio flesso a 45°, per stimolare anche il muscolo soleo.

Questi esercizi vanno eseguiti per tre serie con 15 ripetizioni ciascuno, se necessario continuare la terapia fisiokinesiterapica.

Alcuni esercizi utili per il recupero funzionale.

esercizi caviglia esercizi caviglia a

  

Grazie di avermi letto, a Vostra disposizione per chiarimenti e consigli.