di Maurizio Felettig & C. s.a.s.

Studio Fisiochinesiterapico

La artroscopia

Care amiche e amici, avrete sicuramente sentito molto parlare, nell'ambito della chirurgia, di una tecnica "la artroscopia".

 eventuali interventi in artoscopia apparato locomotore  

L'artroscopia (Ar) è una tecnica chirurgica endoscopica (letteralmente: che guarda dentro); per essere più precisi significa "guardare nell'articolazione". Questa denominazione deriva dall'impiego di un sistema a fibre ottiche che permette, senza aprire chirurgicamente l'articolazione interessata, di guardare all'interno e, nello stesso tempo, eseguire gesti chirurgici.

Gli strumenti utilizzati in Ar sono tutti di piccole dimensioni, di calibro simile ad una matita da disegno, così da poter entrare nell'articolazione attraverso una piccola incisione non più lunga, solitamente, di 1-2 centimetri.

Lo strumento fondamentale  l'"artroscopio", è un dispositivo che illumina l'interno dell'articolazione (attraverso un cavo a fibre ottiche collegato ad una sorgente luminosa) e nel contempo filma il contenuto mediante una micro-telecamera.

artoscopia c

Le immagini catturate dall'artroscopio sono visualizzate in tempo reale su di un monitor, che è il vero "campo chirurgico". E' chiaro ora il motivo per cui l'artroscopia è considerata il prototipo di "chirurgia a cielo chiuso".

Diversi sono gli strumenti impiegati in chirurgia artroscopica, qui sotto vediamo da sinistra a destra:

  1. un palpatore, sorta di sostituto delle dita,, utilizzato per saggiare la consistenza e la tensione dei tessuti,
  2. una pinza,
  3. un duckbill, strumento tagliente che "morde" il tessuto che si vuole rimuovere (ad esempio un frammento di menisco, un frammento di cartilagine, o altro).

artroscopia b

Per comprendere la "mini-invasività" della chirurgia artroscopica, si osservi le dimensioni delle "fauci" del duckbill della foto precedente a confronto con l'unghia di un dito indice.

artroscopia a

Con il progredire delle tecniche, sempre più numerosi sono gli interventi chirurgici che è possibile portare a termine in artroscopia.

La "chirurgia meniscale" è sicuramente quella più comunemente praticata. Attraverso due soli accessi praticamente puntiformi è possibile eseguire la regolarizzazione di quasi tutte le "lesioni del menisco" mediale o laterale. Nell'immagine seguente si può osservare come uno strumento, simile a quello visto sopra, rimuove un frammento meniscale libero nell'articolazione.

artroscopia

La chirurgia ricostruttiva del "legamento crociato anteriore" è un'altro intervento ormai divenuto routinario. In questo caso ai 2/3 accessi artroscopici va aggiunta un'incisione un poco più estesa nella sede di prelievo dell'innesto tendineo (che viene impiegato per riparare, ricostruire o sostituire il legamento lesionato).

Più raramente, a volte simultaneamente ad una procedura riparativa meniscale o legamentosa è opportuno eseguire la rimozione di corpi mobili intra-articolari. Il trattamento di una lesione cartilaginea, una sinovialectomia, altro. Solitamente le moderne tecniche chirurgiche permettono di eseguire la gran parte di questi interventi attraverso i portali artroscopici standard, senza dover aprire l'articolazione.

Solitamente i tempi di recupero dopo la "regolarizzazione meniscale", sempre che questa non sia associata a sutura, si riducono di molto, a volte è possibile camminare in carico completo da subito. Se l'intervento è stato particolarmente indaginoso, una protezione dal carico con 2 stampelle per 4/5 giorni può essere utile a scopo protettivo e antalgico.

Dalla rapidità del recupero post-operatorio discende la possibilità di eseguire questa procedura in regime di day-surgery (ricovero al mattino e dimissioni alla sera) o al massimo in one-night-surgery (ricovero al mattino e dimissione la mattina successiva).

Dopo poche settimane è possibile ritornare all'attività normale; per quella sportiva si renderà necessaria una adeguata preparazione.

Solitamente i tempi di recupero dopo la "ricostruzione del legamento crociato anteriore" ha tempi di degenza e di recupero necessariamente più lunghi. La dimissione avviene, solitamente, 3/4 giorni dopo l'intervento, quando il paziente ha imparato a camminare con due stampelle senza difficoltà, flette il ginocchio a 90° e lo estende completamente.

Entro 2 mesi la gran parte dei pazienti ritornano ad una vita attiva normale, per il ritorno allo sport, solitamente, si dovranno attendere 5/6 mesi, specialmente negli sport di contatto, assolutamente necessaria una adeguata preparazione.

Molto utile sarà quello di sottoporre il paziente a cure fisiokinesiterapiche per un recupero in tempi minori.

I rischi con la chirurgia artroscopica, essendo estremamente mini-invasiva, è gravata da un tasso di complicazioni nettamente inferiore rispetto alla chirurgia aperta. Sebbene molte complicanze siano di riscontro davvero eccezionale, è bene però non dimenticare che in tutta la chirurgia dell'arto inferiore esiste un rischio, sia pure modesto, di sviluppare una "fleibite" o una "trombosi venosa"; per questo motivo i pazienti sono oggi routinariamente sottoposti ad una profilassi farmacologica.

  

Grazie di avermi letto, a Vostra disposizione per eventuali chiarimenti e consigli.