di Maurizio Felettig & C. s.a.s.

Studio Fisiochinesiterapico

Sindrome della bandelletta tibiale

Care amiche, cari amici ora Vi parlerò della sindrome della bandelletta ileotibiale, nota anche come "ginocchio del corridore".

E' un processo di tipo infiammatorio a carico della zona ileotibiale che è l'ultimo tratto della fascia femorale nota anche come "fascia lata"; quella che riveste i muscoli suerficiali della coscia.

bandelletta ileotibiale

La stragrande maggioranza degli autori ritiene che la funzione principale della bandelletta tibiale sia quella di rendere stabile la componente antero-laterale dell'articolazione del ginocchio.

Alcuni autori (Nishimura, 1997; Fairclough, 2006) suggeriscono che, più che a carico della bandelletta, il processo infiammatorio sia relativo al tessuto molto innervato e vascolarizzato che separa la bandelletta ileo-tibiale dall'epicondilo femorale laterale.

E' una sindrome che colpisce in particolar modo i podisti, ma non è infrequente anche in coloro che praticano altri sport come, i calciatori, i cestisti e i pallavolisti.

Le cause

La sindrome della bandelletta ileo-tibiale può essere considerata, sostanzialmente, una sindrome da sovraccarico le cui cause possono essere fatte risalire al concorso di fattori predisponenti e di condizioni di tipo sportivo.

I fattori predisponenti sono generalmente di natura anatomica, tra questi ricordiamo:

  1. il varismo del ginocchio,
  2. il varismo della tibia,
  3. la prominenza dell'epicondilo femorale laterale,
  4. la dismetria degli arti inferiori,
  5. il piede tendente alla pronazione.

Le principali condizioni di tipo sportivo che, unite ai sopracitati fattori, sono causa di ripetuti microtraumi che alla fine scatenano il processo infiammatorio, sono:

  1. la corsa sul fondo inclinato o irregolare,
  2. un chilometraggio eccessivo,
  3. una brusca modifica in eccesso dei carichi di allenamento,
  4. la scelta di lunghi circuiti che presentano un'eccessiva alternaza di salite e discese,
  5. allenamenti per la forza esplosiva particolarmente intensi.

La sintomatologia e la diagnosi

La patologia si presenta con un dolore generalmente continuo, ma non acuto, sulla faccia laterale del ginocchio; il dolore si accentua quando la bandelletta passa sopra il condilo femorale laterale, ossia quando il ginocchio forma una arco di circa 30 gradi in flessione.

La dolenza si sviluppa di solito dopo un determinato periodo di tempo dall'inizio dell'allenamento o gara e tende, solitamente, a ridursi  con il riposo.

La diagnosi si basa sull'esame obbiettivo che mette in evidenza dolori alla pressopalpazione nella zona del seno tarsale.

Eventuali indagini strumentali non servono tanto alla diagnosi quanto per escludere altre condizioni patologiche con manifestazioni cliniche simili.

La diagnosi differenziale si pone con:

  1. la tendinite distale del tricipite femorale,
  2. la tendinopatia poplitea,
  3. la lesione del menisco laterale,
  4. la cisti sinoviale,
  5. la gonartrosi laterale (artrosi laterale del ginocchio),
  6. esiti della ricostruzione del LCA (legamento crociato anteriore).

Solitamente gli esami richiesti sono l'ecografia o la RMN (risonanza magnetica).

Trattamento

L'infortunato va messo a riposo assoluto, poichè l'infiammazione provoca un dolore continuo, ma non acuto sulla parte esterna del ginocchio. L'atleta è spesso portato a continuare gli allenamenti, magari riducendoli quantitativamente: niente di più sbagliato perchè si predispone a un aggravamento della patologia.

Solitamente i venti giorni di stop con terapia fisioterapica, solitamente la tecar, il laser, il quaser, il taping, sono molto efficaci. Nei casi molto gravi, fortunatamente meno frequenti, lo stop e la terapia dovranno essere prolungati anche per alcuni mesi. Gli allenamenti si potranno riprendere dopo che l'atleta sarà sottoposto anche al potenziamento dei muscoli: addominali, dei glutei e del quadricipite.

La prognosi della sindrome della bandelletta ileo tibiale è buona nella stragrande maggioranza dei casi. In ogni caso si può riprendere, l'attività sportiva, solo a completa guarigione per evitare le recidive.

 

Grazie di avermi letto a Vostra disposizione per consigli o chiarimenti