di Maurizio Felettig & C. s.a.s.

Studio Fisiochinesiterapico

Lesioni alle dita della mano

Care amiche e amici, le lesioni alle dita della mano rappresentano una delle patologie acute più comuni in tutti gli sport cui sia frequente l'impatto della mano contro il pallone nel tentativo di fermarlo, bloccarlo, deviarlo, sono, pertanto caratteristiche della pallavolo, della pallamano, della pallanuoto, della pallacanestro, del rugby, del calcio (portiere), lesione riscontrata, anche se in forma minore, a chi pratica arti marziali.

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Si tratta per lo più di traumi distorsivi che vanno ad interessare i legamenti di sostegno laterale delle articolazioni tra le falangi (i legamenti collaterali), situati sul versante interno ed esterno della capsula articolare. Le dita più colpite sono, generalmente, il mignolo e l'anulare, sede di distorsioni di 1° e di 2° grado (le classiche insaccate delle dita). Più raramente s possono verificare distorsioni di 3° grado, in questo caso l'energia traumatica è decisamente maggiore, con conseguente lesione legamentosa. Si possono verificare sub-lussazioni o lussazioni dell'articolazioni interfalangee, in questi casi si rende necessaria una manovra di riduzione, riduzione che a volte sarà l'atleta stesso cha farà "trazionando" il dito interessato. Non sono rare le fratture. Le più frequenti si verificano nella porzione prossimale del dito pollice, del terzo e del quarto dito, che se scomposte possono richiedere anche il trattamento chirurgico.

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Sicuramente, con il passare degli anni, l'incidenza di questi traumi sono in grande evoluzione. Ciò è dovuto a diversi fattori; il principale è sicuramente dovuto alla maggior velocità del pallone, in ragione ai materiali sempre più tecnologici con cui lo stesso viene costruito, in ragione della maggiore fisicità degli atleti, in ragione al crescente numero di ore trascorse nei campi di gioco per allenamenti e competizioni. Non ultimo, nello sport del volley, per l'evoluzione della tecnica del "muro" uniti agli intensi e specifici allenamenti praticati proprio per migliorare tale fase di gioco.

Parleremo proprio di volley e in particolare della tecnica del "muro", tecnica dove la mano è messa a rischio maggiore per traumi distorsivi. La prima prevenzione di tali traumi deve risiedere nell'effettuare la tecnica del muro nella maniera corretta, è quindi compito degli allenatori preparare tecnicamente gli atleti. Per effettuare correttamente il muro sarà, quindi, opportuno mantenere la massima tensione del polso e le dita della mano in modo da proteggere il più possibile le articolazioni più a rischio: le articolazioni interfalangee.

Che fare nelle distorsioni più frequenti le cosidette "insaccate"? Solitamente il dolore dopo qualche minuto si atenua e l'atleta può ancora continuare il gioco, meglio se applicato sulla parte interessata e nel dito più vicino il classico "taping bianco" (bendaggio funzionale) che ha funzione di rendere solidali il dito lesionato con il dito vicino, creando al tempo stesso dei tiranti che riducono le sollecitazioni sui legamenti limitandone anche la mobilità del dito danneggiato nel piano laterale, lasciando il più possibile il movimento sul piano frantale, cioè la flesso-estensione. Ciò significa, e da qui ne deriva anche l'estensione dell'uso, che il taping svolge una seconda funzione, la prevenzione delle recidive delle lesioni distorsive. Alla fine del gioco sarà opportuno applicare un piccolo tutore che sarà mantenuto per alcuni giorni, senza la necessità di dover sospendere ne gli allenamenti ne le competizioni.

Nel caso che il trauma coinvolga più dita, solitamente si unisce o si uniscono le dita coinvolte con il primo dito sano mediante il bendaggio funzionale con "cerottaggi" circolari di acoraggio. Solitamente, il dito di supporto, sarà quello adiacente e preferibilmente di maggiori dimensioni, Nel caso di traumi più gravi sarà necessario mantenere un' immobilizzazione adeguata per almeno tre settimane.

Terminata la fase dell'immobilizzazione, sarà importante impostare un trattamento riabilitativo individualizzato mirante alla ripresa del movimento della articolazione danneggiata, allo scongiurare la comparsa di limitazioni o rigidità articolari e a recuperare la piena efficenza e forza delle dita daneggiate. Si tratterà sempre di programmi intensi, ma graduali in quanto l'eccedere negli esercizi, specie quelli di allungamento o di rinforzo, potrebbero provocare delle recidive coinvolgendo le articolazioni, le capsule articolari ed i legamenti.

 

Grazie di avermi letto a Vostra disposizione per chiarimenti e consigli,